Diario di una scrittrice > Virginia Woolf

Titolo originale    A writer's diary
Autore                 
Virginia Woolf
Traduzione         
Giuliana De Carlo
Editore                 Arnoldo Mondadori
Edizione          
    Oscar saggi Mondadori [Edizione fuori catalogo, in commercio altre edizioni]
Anno                   
1981
Pagine                 
471
Prezzo      
           3.200 L. - Nuova edizione prezzo 18,00euro
ISBN
                    978-8804170716

 

Nel 1953, Leonard Sidney Woolf (1880 - 1969. E' stato uno scrittore, editore, giornalista e teorico politico britannico), marito di Virginia (1912) decide di raccogliere in volume una selezione tratta dai diari della moglie, suicidatasi il 28 marzo 1941 (lasciando per il marito una breve ma intensa lettera di addio) incentrata sulla sua attività di romanziera e critica letteraria.
Nella prefazione del libro, scritta dallo stesso Leonard S. Woolfe, è precisato che ciò che è pubblicato nel volume non è integrale. Riporto direttamente parte della prefazione di L. Woolfe:

"Il diario è troppo personale per pubblicarlo per intero mentre sono ancora in vita persone ivi citate [N.d.B. Dubito che ora, 2020, siano ancora in vita le persone a cui Leonard si riferisce ma non mi risulta che sia stata pubblicata la versione integrale dei diari]. Credo che sia quasi sempre un errore pubblicare estratti di diari o di lettere, soprattutto quando i tagli sono fatti allo scopo di salvaguardare la suscettibilità o la reputazione di persone viventi. Quasi sempre i tagli alterano o dissimulano la vera personalità dell'autore del diario o delle lettere e creano, sul piano spirituale, lo stesso effetto che un quadro accademico crea materialmente smorzando le rughe, le imperfezioni, le smorfie, le durezze. Nel migliore dei casi, ed anche integrali, i diari danno un'immagine deformata o unilaerale dell'autore, perchè, come Virginia Woolfe stessa osserva in un punto di questo diario, si ha la tendenza ad annotare un particolare stato d'animo - di irritazione o di sconforto, ad esempio - e a non scrivere il diario quando si è di umore opposto. L'immagine manca dunque di equilibrio già in partenza, e se poi qualcuno toglie di proposito altre caratteristiche, può diventare facilmente una caricatura.
Tuttavia questo libro è un composto di estratti dal diario di Virginia Woolfe. Essa usava il diario in parte come tutti quelli che tengono un diario [...] Ma lo usava anche in modo molto personale, come scrittrice e come artista. [...]. Ho esaminato direttamente i 26 volumi del diario e ne ho estratto per pubblicarlo in questo volume praticamente tutto ciò che riguarda il suo lavoro di scrittrice.

[...] Questo libro illumina gli intendimenti, gli scopi ed i metodi di Virginia Woolfe come scrittrice. Offre un insolito quadro psicologico della creazione artistica vista dall'interno.
Preparando questa raccolta ebbi qualche dubbio circa l'opportunità o meno di indicare le omissioni. Alla fine decisi, come norma generale, di non farlo. Le omissioni e i puntini sarebbero stati così frequenti da infastidire il lettore. Il che mi riporta a quanto ho detto sopra. Il lettore non deve dimenticare che il contenuto di questo volume non è che una piccolissima parte dei diari 
[corsivo e grassetto aggiunti da me] e che gli estratti erano incorporati in un fiume di roba che non riguarda affatto l'attività letteraria di Virginia Woolfe. Se non si tiene costantemente presente questo fatto, il libro può dare una visione molto deformata della vita e della personalità di Virginia Woolfe. [...]"

Recensione
Nessun voto a questo libro, non è neanche catalogabile come tale essendo i diari personali di una persona che fu esistita, non me la sento di dare un voto, sarebbe come dare un voto alla persona di Virginia Woolf in quanto essere umano, erano i suoi pensieri, le sue emozioni, la sua vita, non mi sento in diritto di giudicare con delle stelline o altri emblemi la vita di una persona, l'unica cosa che potrei votare è quanto il libro mi è piaciuto o meno e personalmente ho trovato piacevole la lettura dei diari
; Virginia Woolfe era un turbine di idee ed emozioni.
I diari vanno dal 1918 fino al 1941 ovvero la morte della Woolfe (non so perchè sul retro di copertina sia riportata come dicitura dei diari 1915-1941, la prima pagina del libro dopo la prefazione di Leonard Woolf è marcata 1918!).
Dalla lettura si può capire come la scrittrice Virginia elaborava le idee che le venivano, da dove le prendesse e tutto il lavoro e le aspettative dietro al suo lavoro; oltre ad argomenti relativi alle lettere la Woolf racconta anche qualche aneddoto sulle persone che frequentava, ciò che ne pensava ma la cosa a mio avviso interessante è stato leggere la sua parte emotiva, come viveva le cose, come le sentiva...La depressione che la coglieva a periodi non è ben descritta, nel senso che Virginia sapeva cos'è il subconscio ed il conscio, sapeva scavare dentro se stessa per capire cosa c'era che non andava ma o le parti sono state omesse dalla pubblicazione, o lei non lo ha scritto, o non sapeva/voleva analizzare a fondo il perchè le si sviluppasse tale sentimento, che purtroppo la portò al sucidio nel 1941.
Da quanto ho potuto capire di questa persona che fu, penso che suo marito Leonard non abbia sbagliato a pubblicare le sue memorie in quanto Virginia stessa nei suoi diari si chiede se un giorno potrà prendere spunto da essi per nuove scritture o addirittura se un giorno potrebbero essere pubblicati come sorta di sua autobiografia. Si chiede cosa ne farà suo marito, in una pagina del diario addirittura accenna al fatto che potrebbe togliere quello troppo personale, scritto per il diario e tenere l'altro materiale per farne un libro, ed è all'incirca quello che Leonard ha cercato di fare, non come intendeva lei da quanto ho capito, ma penso, avendo letto i suoi diari, che ne sarebbe rimasta contenta.
Di questa autrice ho letto, momentaneamente, solo il saggio "Una stanza tutta per sè", accennato nei diari come uno dei pochi scritti di cui Virginia non ha da lamentarsi, e nonostante non abbia letto altri suoi lavori leggere della loro creazione e del percorso di pubblicazione e il post al posto di recarmi tedio mi ha stimolato a volerli leggere. 

Breve biografia dell'autrice
Adeline Virginia Woolfe, nata Stephen, nota semplicemente come Virginia Woold (Londra, 25 Gennaio 1882 - Rodmell, 28 Marzo 1941) è stata una scrittrice e saggista britannica.
Nacque in una casa al civico 22 di Hyde Park Gate, dalle seconde nozze dei suoi genitori, entrambi precedentemente vedovi. Suo padre, Sir Leslie Stephen, fu un notevole autore, storico, critico letterario e alpinista. Sua madre, Julia Prinsep Jackson (1846-1845) venne al mondo in India dal dottor John Jackson e dalla moglie Maria Theodosia "Mia" Pattle e in seguito si trasferì con la madre in Inghilterra dove iniziò una carriera come modella per pittori come Edward-Burne Jones.
Oltre ai rispettivi figli di primo letto e Virginia, gli Stephen ebbero anche un'altra figlia e due figli: Vanessa (1879-1961), Julian Thoby (1880-1906) e Adrian (1883-1948). Julia aveva già avuto tre figli dal primo marito: Herbert Duckworth: George Herbert Duckworth (1868-1934), Stella Duckworth (1869-1887) e Gerard de l'Etang Duckworth (1870-1937). Leslie aveva avuto una figlia dalla sua prima moglie Marian Harriett "Minny" Thackeray: Laura Makepeace Stephen (1870-1945), che venne successivamente dichiarata mentalmente instabile.

Il suicidio
Il 28 Marzo 1941 Virginia Woolf disse addio alla vita lasciandosi andare con le tasche piene di sassi nel fiume Ouse.
"Per molti giorni Virginia non fu nè viva nè morta. Mancava, era scomparsa. "Missing" scrivevano i giornali" ha scritto Nadia Fusini nella sua biografia su Virginia Woolfe (Possiedo la mia anima - Mondadori). Il 18 Aprile 1941, un gruppo di ragazzini avvistò quello che sembrava un tronco trascinato dalla corrente. Per gioco gli tirarono i sassi, ma avvicinandosi capirono che si trattava del corpo di una donna in pelliccia. L'orologio da polso di Virginia Woolf era fermo alle 11.45.
L'ora in cui si era abbandonata nel fiume, diversi giorni prima.

Lettera di addio lasciata al marito Leonard Woolf
"Carissimo,
sono certa di stare impazzendo di nuovo. Sento che non possiamo affrontare un altro di quei terribili momenti. E questa volta non guarirò. Inizio a sentire voci, e non riesco a concentrarmi. Perciò sto facendo quella che sembra la cosa migliore da fare. Tu mi hai dato la maggiore felicità possibile. Sei stato in ogni modo tutto ciò che nessuno avrebbe mai potuto essere. Non penso che due persone abbiano potuto essere più felici fino a quando è arrivata questa terribile malattia. Non posso più combattere. So che ti sto rovinando la vita, che senza di me potresti andare avanti. E lo farai, lo so. Vedi, non riesco neanche a scrivere come si deve. Non riesco a leggere. Quello che voglio dirti è che devo tutta la felicità della mia vita a te. Sei stato completamente paziente con me, e incredibilmente buono. Voglio dirlo – tutti lo sanno. Se qualcuno avesse potuto salvarmi, saresti stato tu. Tutto se n’è andato da me tranne la certezza della tua bontà. Non posso continuare a rovinarti la vita. Non credo che due persone possano essere state più felici di quanto siamo stati noi.
V."


La firma autografa dell'autrice

 

 

 

 

 



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